L’inps rassicura, l’assegno sta arrivando a tutti in queste ore: 512 mila famiglie riceveranno un’erogazione aggiuntiva, circa 272 euro in più a famiglia. Mentre 378 mila nuclei risultano a debito e dovranno restituire in media 41 euro a testa
È da giorni che circolano in Rete le richieste di chiarimento sui ritardi nelle erogazioni della mensilità di maggio dell’assegno unico. In tanti ancora non hanno ricevuto, o stanno ricevendo in queste ore, gli importi spettanti che solitamente invece arrivavano intorno a metà mese. Le difficoltà economiche, accentuate dal crescente caro-vita, hanno messo in allarme tante famiglie, soprattutto quelle numerose che dalla misura ricevono centinaia di euro. Tanto che, proprio ieri, è intervenuto sul punto anche il presidente del Forum delle associazioni familiari, Adriano Bordignon: «La puntualità per il versamento è vitale, in molti casi, per arrivare a fine mese senza avere l’acqua alla gola. Per molte famiglie l’assegno unico è anche un modo per sostenere il costo del caro vita, dai beni primari a quelli per la prima infanzia».
La risposta di Inps
Non si è fatta attendere la risposta di Inps, che in un messaggio (n. 1947) pubblicato stamattina, spiega le motivazioni di questo slittamento nelle erogazioni. L’Inps per la prima volta ha effettuato i conguagli: si tratta di un’elevata mole di riconteggi che recepiscono le variazioni intervenute sul valore Isee e nel nucleo familiare oltre che gli interventi normativi che ne hanno modificato la disciplina.
Le operazioni di ricalcolo, che comunque hanno interessato una platea contenuta di utenti rispetto al numero complessivo di assegni erogati mensilmente, sono di fatto terminate e sono in corso, proprio in queste ore, i pagamenti per il mese di maggio. Tutto ciò ha portato a registrare un leggero slittamento rispetto alle date previste.
Va detto che i conguagli sono prevalentemente positivi (quindi a credito per le famiglie): 512 mila famiglie riceveranno un’erogazione aggiuntiva, per una erogazione in più da parte di Inps pari a circa 140 milioni di euro. In media, il conguaglio a credito comporterà circa 272 euro in più a famiglia. Invece, le ipotesi di recupero sono più limitate e riguardano 378 mila nuclei familiari, per un totale di 15 milioni di euro. In media in questo casi ci sarà una decurtazione dell’assegno di 41 euro.
«Chi risulta a debito dovrà restituire gli importi erogati ma non spettanti, ma lo dovrà fare a rate, pari a non più di un quinto del debito complessivo», spiega Vincenzo Caridi, direttore generale di Inps.
Le finestre di pagamento dell’assegno unico
Normalmente, infatti, le finestre di pagamento sono due: dal 10 al 20 di ogni mese, viene corrisposto l’importo degli assegni che non hanno subito variazioni rispetto al mese precedente mentre dal 20 al 30 di ciascun mese (e siamo di fatto in questa finestra) quello per le nuove domande pervenute nel mese precedente e per gli assegni che – rispetto al mese precedente – subiscono variazioni. In pratica, i nuclei beneficiari di un assegno unico che è stato oggetto di ricalcolo, anche se ricevevano solitamente l’assegno nel corso della prima finestra di pagamento, questo mese lo riceveranno tra il 20 e il 30 del mese.
«Chiediamo più rispetto però per le famiglie. Se è vero, come ha giustificato l’Inps, che la causa è nei conguagli che stanno rallentando l’accredito delle somme spettanti, perché le verifiche non sono state fatte per tempo?», aggiunge Bordignon del Forum.
L’Inps, proprio sul punto, dichiara di essere al lavoro per risolvere il problema: «A marzo dello scorso anno – racconta Caridi di Inps – siamo partiti di corsa con le erogazioni, la misura era sperimentale. I conguagli non potevano che essere fatti su base annuale. Ora abbiamo chiesto ai nostri uffici tecnici di rivedere il processo per evitare il maxi conguaglio annuale e fare in modo che le modifiche vengano assorbite subito, dal mese successivo rispetto a quando vengono inserite nel sistema».
L’esito dei conguagli
Nelle prossime ore, comunque, gli utenti interessati dai conguagli riceveranno una specifica comunicazione (un sms e/o una e-mail) che li informerà dell’avvenuta variazione. Dal 10 giugno, comunque, potranno visualizzare le modalità di ricalcolo anche nella procedura dell’assegno unico, accendendo sul sito Inps con le proprie credenziali.
Tra le motivazioni che possono aver dato luogo al ricalcolo c’è ad esempio la liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza, sulla base del valore dell’Isee presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio. Oppure sono stati adeguati gli importi legati a Isee difformi, cioè elaborati e poi dichiaranti discordanti dalla sede Inps di riferimento.
Fonte: Il Sole 24 ore