Trattamento Integrativo 2023

Come funziona l’ex Bonus Renzi

Come sappiamo bene, il Trattamento integrativo Irpef, ovvero il cosiddetto “ex bonus Renzi”, è stato confermato anche per il 2023. Tuttavia, sono state apportate modifiche ai limiti di reddito previsti. Nello specifico, la soglia per beneficiare del trattamento integrativo in misura massima è stata ridotta da 28.000 a 15.000 €.

Questo bonus viene erogato fino a un massimo di 1.200 € all’anno ed è destinato ai lavoratori dipendenti e assimilati. La modalità di erogazione prevede che il contributo venga sostenuto dallo Stato, ma anticipato dai datori di lavoro. Quest’ultimi riconoscono mensilmente al dipendente una somma massima di 100 € in busta paga.

Secondo la nuova disciplina, il Trattamento integrativo Irpef viene riconosciuto a coloro che non superino un reddito annuo lordo di 28.000 €. Ecco come si applicano i limiti:

  • i lavoratori che percepiscono un reddito fino a 15.000 € hanno diritto alla misura massima del bonus;
  • i lavoratori il cui reddito è compreso tra 15.000 € e 28.000 € hanno diritto al bonus in misura parziale, calcolato in base alle detrazioni fiscali;
  • i lavoratori che superano i 28.000 € di reddito non possono accedere al bonus.

Il Trattamento integrativo Irpef è un contributo che fa parte del decreto Cura Italia ed è stato introdotto a partire dal 2020. Nel corso degli anni ha subito diverse modifiche, inizialmente passando da 80 a 100 € mensili. La Legge di Bilancio 2023 non ha apportato novità. Non ci resta che chiarire insieme come funziona nel Trattamento integrativo Irpef nel 2023.

Trattamento Integrativo Irpef 2023, Come Funziona

Il Trattamento integrativo Irpef 2023 è riconosciuto dallo Stato fino a un massimo di 1.200 € annui, che sono spalmati in 12 mensilità del valore di massimo 100 € ciascuna. Tuttavia, l’importo massimo del bonus percepito varia in base al reddito, ovvero:

  • per redditi fino a 15.000 € annui: lo Stato riconosce il bonus per intero, ossia di 1.200 euro annui;
  • per redditi tra i 15.000 euro e i 28.000 € annui: il lavoratore dipendente percepisce la differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda, ovvero si riduce se le altre detrazioni (familiari a carico, lavoro dipendente, mutuo prima casa e lavori edilizi) superano l’imposta lorda dovuta, sempre entro il limite di 1.200 €;
  • per i redditi fino a 40.000 €: non è più prevista un’ulteriore detrazione.

I limiti di reddito cono cambiati, a seguito delle modifiche introdotte dell’articolo 11, comma 1, del TUIR, che ha ridotto gli scaglioni Irpef da 5 a 4, come nel seguente prospetto:

  • 23%  per i redditi annui fino a 15.000 €;
  • 25%, per i redditi annui da 15.000 a 28.000 €;
  • 35%, per i redditi annui da 28.000 a 50.000 €;
  • 43%, per i redditi annui da 50.000 € in poi.

Ex Bonus Renzi, Importo E Detrazioni

Le detrazioni giocano quindi un ruolo importante, in particolare nella fascia di reddito compresa tra i 15.000 euro e i 28.000 € annui. Ecco le detrazioni da tenere in considerazione per il calcolo del bonus:

  • carichi di famiglia;
  • lavoro dipendente;
  • prestiti e mutui agrari;
  • mutui per acquisto prima casa;
  • mutui per costruzione prima casa
  • spese sanitarie;
  • detrazioni edilizie per ristrutturazioni edilizie ed efficientamento energetico.

Per quanto riguarda gli elementi che impattano sul calcolo del reddito complessivo da lavoratore dipendente, non si tengono più in considerazione:

  • abitazione principale e relative pertinenze;
  • reddito di cittadinanza;
  • assegni familiari;
  • assegno per il nucleo familiare;
  • assegno di maternità dello Stato;
  • indennità COVID 19;
  • premio alla nascita (o bonus mamma);
  • assegno di natalità (o bonus bebè);
  • bonus baby-sitter.

La Circolare del 18/02/2022 n. 4 dell’Agenzia delle Entrate specifica al punto 1.2.1 l’importo delle detrazioni in base alle fasce di reddito:

  • per redditi fino a 15.000 €: è prevista una detrazione di 1.880 €;
  • per i redditi tra 15.000,01 e 28.000 €: la detrazione è di circa 1.910 €;
  • per i redditi tra 28.000,01 e 50.000 €: la detrazione è di circa 1.910 €;
  • per redditi oltre i 50.000 €: non è prevista alcuna detrazione.

Trattamento Integrativo Irpef 2023, A Chi Spetta

Il Trattamento integrativo Irpef 2023 è destinato ai lavoratori dipendenti o percettori di reddito assimilato che rientrano nelle seguenti categorie:

  • soci lavoratori di cooperative;
  • lavoratori in cassa integrazione: CIG ordinaria, CIG straordinaria, CIG in deroga, assegno ordinario ed assegno di solidarietà;
  • collaboratori con contratto a progetto o co.co.co;
  • stagisti e tirocinanti;
  • percettori di borsa di studio, di assegno o premio per studio;
  • lavoratori socialmente utili;
  • sacerdoti;
  • disoccupati in regime di indennità NASpI;
  • disoccupati in regime DIS-COLL;
  • disoccupati agricoli;
  • lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio;
  • lavoratori in congedo di paternità.
  • revisori di società, amministratori comunali e addetti della PA.

Sono pertanto esclusi i pensionati, i lavoratori autonomi e gli incapienti, ovvero coloro che non raggiungono i requisiti minimi di reddito.

Dall’elenco emerge che è possibile richiedere il trattamento integrativo in Naspi e in cassa integrazione, ma anche durante stage e borse studio-lavoro. In particolare, i percettori di Naspi non devono presentare nessuna domanda specifica. Sarà l’Inps a ricalcolare il reddito presunto, in base alle sole prestazioni erogate dall’Istituto previdenziale.

Ex Bonus Renzi, Erogazione E Conguaglio

Il Trattamento integrativo Irpef 2023 viene erogato mensilmente in busta paga dal datore di lavoro, ovvero dal sostituto d’imposta, che anticipa per conto dello Stato. Inoltre, è semplice controllare la presenza del bonus in busta paga, che è indicato alla voce “Trattamento integrativo L. 21/2020” nel cedolino.

Il bonus Irpef 2023 spettante al lavoratore è calcolato sulla base del suo reddito annuo lordo. Di conseguenza, si può verificare se è stato percepito il bonus nella misura corretta solamente a fine anno, ovvero in fase di conguaglio. Tuttavia, è possibile fare le dovute modifiche con la dichiarazione dei redditi, ovvero se il Trattamento integrativo Irpef corrisposto mensilmente risulti:

  • inferiore a quello spettante: il dipendente riceverà il rimborso dell’importo non percepito in busta paga o può chiedere il rimborso sulla dichiarazione dei redditi
  • superiore a quello spettante: il datore di lavoro tratterrà dalla busta paga l’eccedenza o il dipendente potrà restituirlo in fase di dichiarazione dei redditi

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